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Trend 06 agosto 2020

Parole al futuro: #humantohuman

La pandemia ha ricordato alle aziende l’importanza di una comunicazione più vicina alle persone.
Si può definire human-to-human, o peer-to-peer: un modello di comunicazione che avvicina il brand al consumatore, mostrando il lato umano che vive dietro al marchio. Parole al future: #humantohuman

L’attenzione si sposta quindi dal prodotto ai valori dell’azienda, comunicati attraverso uno storytelling che mette il consumatore al centro. Una celebre frase di Seth Godin afferma “Il marketing non è più questione di ciò che sai produrre ma della storia che sai raccontare”; e più questa storia è vera e vicina al consumatore, più si crea quella connessione e quell’effetto di empatia che porta a considerare e a scegliere un prodotto piuttosto che un altro.

In epoca di lockdown questa necessità è stata evidente a tutti, e mai come nel periodo del distanziamento sociale le persone hanno sentito il bisogno di comunicare, di condividere, con ogni mezzo a disposizione, i diversi momenti di vita, creando una vera esplosione di chat, webinar ed eventi, come antidoto all’isolamento. L’uomo è un essere sociale e necessita del confronto con altri.

La maggior parte dei brand e aziende hanno vissuto questo momento come l’occasione per parlare in modo diretto al proprio target di riferimento, comunicando di più e in modo diverso, adeguando tono voice e contenuti dei messaggi, offrendo nuove soluzioni e servizi pensati per la nuova realtà che si stava vivendo: dai tutorial, ai servizi di delivery alle attività da realizzare a casa.

È interessante sottolineare come, a seguito di una analisi condotta da GFK a fine marzo, è pari al 69% la quota di consumatori che ha ammesso di aspettarsi una comunicazione diversa, e, parallelamente, fonte Kantar, il 70% dei consumatori sostiene che i marchi devono poterli aiutare ad affrontare la “nuova normalità” utilizzando toni rassicuranti e offrendo loro una prospettiva positiva e ottimista rispetto al futuro.

Ed è coerente con lo scenario delineato, evidenziare i risultati dell’analisi consumer SGMARKETING che, su un campione di 1.000 acquirenti di frutta e verdura, identifica nel luogo di produzione (64% dei rispondenti) l’elemento di connotazione primaria relativo alla comunicazione di prodotto, seguito dalla modalità di produzione (45%) e dai connotati salutistici legati alla continua ricerca di benessere fisico e psichico. Tutte caratteristiche che puntano ad avvicinare frutta e verdura al consumatore attraverso uno storytelling da sviluppare a partire dalle confezioni, utile driver per il 70% degli intervistati, passando per il punto vendita (45%) fino ad arrivare al volantino promozionale che per il 25% del campione diventa strumento diretto di promozione volte a qualificare l’offerta oltre che veicolarne la convenienza.       

Adesso che il confinamento ci sembra ormai lontano e la vita sta riprendendo la sua “nuova normalità”, la lezione per tutti gli operatori è certamente quella di non temere di mostrare il proprio volto più “umano”, di parlare dei propri valori, realizzando azioni rivolte alla propria comunità di riferimento a partire dalla dimensione agricola, in maniera genuina, autentica, vera.
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