Colpito duramente dai cali di vendita durante il periodo della pandemia e dall’aumento dei costi di energia e mezzi tecnici,
il comparto della IV Gamma ha subito nell’ultimo biennio il primo momento di «crisi» della sua storia. Ad aggravare la situazione hanno contribuito la siccità registrata durante il periodo primaverile ed estivo della scorsa annata e l’aumento del tasso di inflazione, a cui le famiglie hanno risposto riducendo gli acquisti.
La ripresa è già in corso: i consumi di prodotti IV Gamma nel 2022 hanno infatti superato i livelli pre-Covid, chiudendo l’anno con un valore complessivo pari a 982 milioni di euro (+5,1%) e volumi in crescita (+5,4%), rispetto al 2021.
Ciononostante, diversi produttori e associazioni evidenziano come l’aggressività promozionale della gdo, discount inclusi, rischia di «commoditizzare» con prezzi eccessivamente bassi prodotti ad alto contenuto di servizio come quelli di IV Gamma.
Per fare il punto sulla questione L’Informatore Agrario, in collaborazione con Foragri, ha organizzato a Macfrut 2023 un
evento dedicato dal titolo «IV Gamma: quali strategie per il futuro»,
Dopo i saluti inziali di
Roberto Bianchi, direttore generale Foragri, e
Vincenzo Lenucci, direttore Politiche di sviluppo economico delle filiere agroalimentari di Confagricoltura, ha evidenziato che dal confronto tra le annate 2022/2019 la dinamica degli acquisti dei prodotti di IV gamma è stata sostenuta ma il prezzo di vendita è calato del 3,5%: "
in pratica negli ultimi quattro anni le insalate di IV gamma hanno perso circa 30 centesimi al chilo."
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Il fatto che la marca del distributore detenga il 62% della quota di mercato – ha spiegato Claudio Scalise, managing partner di SGMARKETING –
implica che essa ne determini le politiche di mercato, attuando oggi una politica di compressione dei prezzi con forti pressioni promozionali. La conseguenza è una tendenza alla «IV Gamma Commodity», con erosione dei margini e prezzi sempre più bassi per la materia prima.
Per uscire da questa situazione – ha concluso Scalise –
il comparto deve riflettere sui driver di acquisto principali che sono: biologico, residuo zero, rassicurazioni su salubrità e sostenibilità ambientale oltre alla grande opportunità dei prodotti «plant based», cioè alternativi alla carne per vegetariani e non solo, pronti da cuocere».
L’importanza di un creare un tavolo comune di discussione è emersa chiaramente anche dai vari interventi della Tavola Rotonda, a cui hanno partecipato Guido Conforti, segretario del Gruppo Prodotti ortofrutticoli di IV gamma di Unione Italiana Food; Felice Poli, vicepresidente di UNAPROA e presidente dell’OP Sole e Rugiada; Fabrizio Todisco, trade marketing manager Altamura OP e Rosario Rago, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.
Resoconto tratto dall'articolo dell'
Informatore Agrario